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Ombre sulla Terra di Mezzo

Lo diciamo in punta di piedi, che magari portiamo sfiga. Allora, udite udite… a quasi 70 anni dalla prima pubblicazione, sta per arrivare un vero e proprio mastodonte videoludico high-budget dedicato alla Terra di Mezzo. Ok, lo abbiamo detto. Ora potete andare in bagno.

Qualche mattina fa vi abbiamo propinato un piccolo excursus su Tolkien ed i videogiochi associata alla sua opera magna. Avrete capito quanta parte del nostro cuore il defunto Professore occupi. E quando si ama qualcosa alla follia, non si può sopportare di vedere stuprata la propria musa di carta con produzioni insoddisfacenti. Insufficienti, inadatte, spesso semplicemente inutili.

Quelle videoludiche sono le creazioni che più velocemente e con maggior facilità si addentrano tra le fila della massa, e se da grandi poteri deriva quel che deriva, è tanto pretendere un po’ di rispetto? Il panorama si è morso la coda per anni in cerca di un esponente che avesse la dignità di essere scritto con la lettera maiuscola, ma per tanti motivi ad alternarsi sono stati prodotti buoni, ma anche altri senza infamia né lode. Per non dire di peggio.

Allontanandosi dalle pellicole, anno dopo anno la parabola del brand ha disegnato una curva in discesa continua, e quando ciò accade il teorema matematico è di facile dimostrazione: minor interesse del pubblico, taglio del budget, poco impegno. È un loop patetico eppure incontrovertibile.

Girare la Terra di Mezzo in lungo e in largo, cullati da un dignitoso dettaglio per i particolari e da un impianto di gioco convincente.

Abbiamo passato così tante estati a chiederci quando sarebbe arrivato il momento in cui un motore grafico ci avrebbe permesso di girare la Terra di Mezzo in lungo e in largo, cullati da un dignitoso dettaglio per i particolari e da un impianto di gioco convincente. Questa è l’estate scelta dal destino per farci alzare gli occhi e notare che quel puntino laggiù sembra proprio essere la fine del tunnel.

Sotto contratto con Warner Bros, a metterci le mani è ancora una volta Monolith Productions. Per quanto mai di troppo sopra le righe, il team ci sa fare e stavolta ha saputo ottenere prima la grana per produrre un engine next-gen ex-novo, poi per svilupparci qualcosa di massiccio. C’è da dire che il titolo – La Terra di Mezzo: l’Ombra di Mordor – non è certo una primizia nel campo dell’inventiva: già nel 1982 la ex-Melbourne House aveva sviluppato e distribuito un semi-videogioco interattivo chiamato Le Ombre di Mordor. Corsi e ricorsi storici.

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Ma cosa di extreme sembra avere questo imminente fantasy? Quali elementi ci stuzzicano particolarmente? L’elenco è lungo, variegato ed a tratti inaspettatamente stimolante. Tra un Bilbo ed un Frodo c’è di mezzo Talion, il ranger umano protagonista pronto a smezzarsi la gloria con Celebrimbor, quinto figlio di Feanor e forgiatore degli anelli, catturato e ucciso da Sauron in passato e ora entrato in possesso – da wraith – del corpo di Talion. Riassunto? Due anime, un solo corpo.

Il twist di trama è di certo interessante; grazie al doppiaggio di Troy Baker – lo stesso fenomeno che a prestato il volto al protagonista di Infamous: Second Son – e ad un gran lavoro di motion capture, i dialoghi sembrano più vivi e realistici che mai. Ovviamente, il pretesto non è solo narrativo: le capacità da ranger dell’umano unite alle peculiarità magiche dell’elfo aprono a quella che è sicuramente la caratteristica che promette maggiori scintille.

Stiamo parlando del Nemesis System.

No, non c’entra nulla con Diablo 3. E no, non c’entra nemmeno con il bestione di Resident Evil. Pensate ad un esercito di orchi: Uruk-hai, mezz’orchi, orchetti di Isengard, di Moria, etc etc. Tante sottorazze, troppo spesso generalizzate e rese per limiti tecnici un’accozzaglia irrispettosa del bestiario di Tolkien. Ecco, è qui che il Nemesis System interviene a gamba tesa. Ogni nemico ha infatti fattezze, caratteristiche e personalità uniche, ma soprattutto persistenti.

L’incontro con ognuno dei nemici è quindi un evento in cui le conseguenze delle azioni del personaggio vengono iscritte nel tessuto di gioco, rimanendo nel tempo e contribuendo a creare una fitta rete di relazioni sociali. Volete salvare un orco per farlo diventare vostro alleato e aiutarlo a scalare i ranghi dell’esercito per utilizzarlo tempo dopo? Potete farlo. Avete appena gettato un nemico nel fuoco, abbrozzandogli un po’ troppo la sua pelle vellutata? Se ne ricorderà.

Anche la morte in-game avrà il suo effetto tutto particolare: da buon non-morto, il respawn di Talion è dietro l’angolo, ma i giorni continuano comunque a passare. Il Game Over altro non è che un lasso temporale in cui la clessidra prosegue nella sua avanzata, garantendo cambi di scenario, di personaggi e di gradi all’interno degli eserciti.

Grazie al Nemesis System, ogni personaggio ha la sua memoria, un nome ed un grado unico; da bravi soldati, svolgeranno quotidianamente le proprie azioni di routine anche lontani dalle telecamere. Ad ogni incontro si potranno scatenare differenti conversazioni, scene ed intermezzi, garantendo quel tanto agognato realismo narrativo che abbiamo sempre desiderato da un gioco ad ambientazione LotR. Un sogno che diventa realtà.

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Qualche riga fa abbiamo citato le abilità wraith di Celebrimbor. Perché il mondo non è fatto solo di spada e scudo, no? Anzi, il bello di un fantasy è proprio usare l’arcana arte, e Monolith ha scelto un modo molto simpatico per intrecciare il sistema Nemesis con un po’ di sano gameplay. Grazie all’elfetto convivente, Talion può frenare il corso del tempo, teletrasportarsi o scrutare e riconoscere nemici e PNG a distanza. Ma sicuramente tanto altro che non vediamo l’ora di scoprire.

In più – e qui viene il bello – i modi per completare le quest sono più del classico pigia-bottoni da scricciolo babbano. Perché fiondarsi a kamikaze contro una truppa se si possono sfruttare scaltre abilità stealth? Invece di uccidere un orchetto, perché non dominarlo mentalmente, dargli in mano un coltello e farlo andare a colpire alle spalle il capitano della truppa? Tante piccole aggiunte divertenti e sicuramente rinfrescanti in un panorama ludico ormai strapieno di pattern scontati e binari scriptati.

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E non preoccupatevi per il vostro lato greed : oltre a salire di livello, migliorare l’equipaggiamento, aumentare tramite Rune capacità fisiche e magiche, avrete uno spaccato di Mordor in evoluzione completamente esplorabile e infarcito missioni con le quali trastullarsi e diventare un semi-dio della Terra di Mezzo.

E tra appena tre mesi esatti arriva La Battaglia delle Cinque Armate… l’acquolina in bocca sta ormai raggiungendo i minimi storici.

E… niente, siamo carichi. Chi non lo sarebbe?

Ombre sulla Terra di Mezzo è stato pubblicato per la prima volta su Lega Nerd

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